Giustizia ambientale, la casa comune



La terra è la casa comune della vita in cui la sovranità non appartiene solo all’essere umano, ma a tutti gli esseri viventi. Una casa comune che deve essere tutelata come il bene più prezioso, partendo dal risanamento del degrado ambientale e debellando la cultura dello scarto che sta pregiudicando il futuro dei nostri figli e la vita nel pianeta. La politica può rinascere se prende coscienza degli errori commessi nel passato per indifferenza, egoismo o miopia e se assume come paradigma di riferimento l’ecologia integrale, cioè una ecologia che tutela allo stesso modo e con le stesse energie l’ambiente naturale e la vita che lo ospita, sia essa umana (collettiva e individuale) sia animale.

Vogliamo promuovere la difesa della fauna, la conservazione ed il ripristino dell’ambiente, con iniziative giuridiche, politiche, culturali, educative, informative e editoriali.

Vogliamo difendere le specie protette, mai così a rischio in Piemonte da 40 anni a questa parte per questo motivo ci adopereremo affinché la caccia venga vietata nella nostra terra.

Il nostro impegno sarà rivolto anche all’aumento dei controlli sul territorio, per contrastare il fenomeno del bracconaggio tuttora diffuso nel nostro territorio.

Riteniamo fondamentale e necessario introdurre nuove regole normative che tutelino gli animali e garantiscano il rispetto dei loro diritti.

Le nuove regole normative che si rendono necessarie dovranno bandire l’uso di animali nei circhi e in altri spettacoli itineranti. Solo assumendo la consapevolezza dell’indispensabilità di questo nuovo approccio possono essere superati gli ostacoli e le forti resistenze al cambiamento che si annidano nella società dello scarto: privilegi corporativi, corruzione, evasione fiscale, burocrazia ottusa, interessi divergenti dal bene collettivo, egoismo e illegalità.

I nostri punti di programma







1. Rivoluzione verde e transizione ecologica
Vogliamo aumentare la qualità ecologica, ambientale e paesaggistica dell’area metropolitana, riducendo la sua impronta ecologica, ridefinendo i suoi processi metabolici in forma circolare, e contribuendo così attraverso azioni locali alla sfida globale posta dal cambiamento climatico.

Il tema della biodiversità e dello sviluppo di politiche di contrasto alla perdita di diversità biologica negli ultimi anni ha ricevuto una particolare attenzione nell’agenda globale ambientale, noi riteniamo che questo debba essere un tema da sviluppare in modo concreto nei prossimi anni, per una gestione sostenibile del nostro territorio.

Le nostre proposte

  • costruire una rete coerente di zone protette;
  • progettare un piano di ripristino della natura con obiettivi vincolanti;
  • programmare un’agenda regionale ambiziosa per il ripristino degli ecosistemi;
  • varare una legge sul clima;
  • varare una legge per la tutela delle zone umide.


2. Salvaguardia della biodiversità

Il Piemonte è caratterizzato da un paesaggio naturale diversificato, che va dalla montagna, a zone collinari e pianeggianti, comprendendo numerosi ecosistemi. Tale diversificazione aumenta l’esposizione ai rischi dei cambiamenti climatici, che hanno effetti non solo sul territorio e sulla popolazione della regione, ma anche a livello più ampio. Per questo motivo, è necessario che le nostre istituzioni regionali intervengano in maniera diretta e decisa nella protezione delle risorse naturali e della biodiversità.

Il concetto di biodiversità è strettamente connesso al concetto di ecosistema, la salvaguardia della prima aiuta a proteggere gli ecosistemi dal rischio di fragilità.

In questo ambito subentrano fattori come: inquinamento, uso massiccio della plastica, rifiuti e rifiuti radioattivi e pericolosi che minacciano la diversità ambientale rendendo un ecosistema più fragile e potenzialmente non in grado di garantire tutto ciò che serve al nostro ecosistema.

Vogliamo accelerare le politiche di contenimento di inquinamento, uso della plastica, corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi e riciclo dei rifiuti sono necessarie a mantenere intatto il delicato equilibrio degli ecosistemi e la ricca varietà di specie.

Tra le cause maggiormente impattanti sugli habitat ci sono anche l’agricoltura e l’allevamento industriali. L’espansione dell’agricoltura industriale, insieme all’allevamento intensivo, sono tra i principali motori della distruzione globale delle foreste per liberare suoli da destinare a colture e pascoli. È necessario trasformare l’agricoltura da causa di perdita di biodiversità a vero e proprio scrigno di conservazione, ma anche asset di produzione, per questo motivo occorre intervenire con programmi e normativa sulle scelte di produzione agricola, trasformazione alimentare, trasporto, acquisto, gestione e fruizione del cibo perché queste sono fra le principali cause dell’ allarmante perdita di biodiversità e incidono sul cambiamento climatico.

Siamo convinti che la Regione debba promuovere un’agricoltura che possa contribuire attivamente alla conservazione delle specie e degli habitat: un’agricoltura che non usi pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi, che garantisca la rotazione delle colture con una grande varietà di specie coltivate.

Le nostre proposte

  • azioni mirate al rallentamento della continua perdita di habitat dovuta al consumo di suolo, attraverso un incremento dei monitoraggi delle attività e una misura degli impatti ambientali dei progetti che ne valuti anche l’impatto sull’habitat stesso;
  • prevenzione degli incendi boschivi che portano ogni anno a perdite di vite umane, distruzione di risorse naturali difficilmente sostituibili e costi enormi per lo Stato. In un contesto in cui il corpo della Guardia Forestale è stato depotenziato a seguito dell’accorpamento con l’Arma dei Carabinieri, una strada da percorrere è quella dell’aumento della struttura tecnologica destinata alla prevenzione e all’individuazione immediata degli incendi tramite termocamere fisse o montate su droni, nonché un potenziamento delle squadre di soccorso e dei programmi di gestione del territorio che assicurino la riduzione del rischio di incendio attraverso azioni quale il mantenimento;
  • adottare azioni concrete mirate a contrastare in modo diretto lo scioglimento dei ghiacciai attraverso ad esempio il posizionamento dei cosiddetti teli geotessili;
  • sviluppare sistemi artificiali che integrino quelli naturali nella loro funzione di accumulo e rilascio graduale dell’acqua. Nel secolo scorso questa funzione è stata, in montagna, svolta prevalentemente dai grandi e medi bacini idroelettrici. Sebbene la costruzione di nuove dighe e grandi impianti di questo genere (anche considerando l’impatto gravoso sull’ambiente della struttura in sé) non sia facilmente ipotizzabile né consigliabile, data l’attuale situazione di sfruttamento delle risorse idriche alpine e per l’impatto ambientale che questi comportano, la diffusione di piccoli impianti (il cosiddetto “mini-idroelettrico”) può aiutare a realizzare una rete distribuita di gestione


3. Lotta al consumo di suolo

Il Piemonte è una delle regioni in Italia dove il consumo di suolo è più marcato. I dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente evidenziano che nel biennio 2021-2022 in Piemonte c’è stato un aumento netto del consumo di suolo di 617 ettari, dato peraltro in controtendenza con le dinamiche demografiche, che vedono invece una riduzione della popolazione.

Il consumo di suolo è un problema rilevante dal punto di vista ambientale in quanto produce un aumento del rischio idrogeologico dei territori, una minore capacità di assorbimento della Co2 con effetti quindi sul riscaldamento globale, un depauperamento del paesaggio, degli habitat naturali e del tessuto sociale.

In Italia non vi è ancora una legge nazionale contro il consumo di suolo, ma diverse Regioni si sono dotate di leggi proprie per contrastare il fenomeno. Non è il caso del Piemonte, dove una legge organica non esiste e le misure contro il consumo di suolo sono contenute in diversi provvedimenti, senza che vi siano previsti obiettivi specifici.

La nostra proposta principale è l’approvazione di una legge specifica contro il consumo di suolo che fissi come obiettivo il taglio del 50% del consumo di suolo netto in 5 anni e del 100% in 10 anni.

Le nostre proposte

  • limitazione dell’espansione delle aree urbane e il divieto di creazione di nuovi insediamenti in aree isolate;
  • recupero, riqualificazione o demolizione degli insediamenti dismessi, sia in aree urbane che rurali;
  • rigenerazione dei centri urbani prevedendo la creazione di aree verdi e naturali;
  • creazione di infrastrutture ferroviarie privilegiandole rispetto a quelle viarie automobilistiche.


4. Gestione delle risorse idriche

L’acqua è un bene fondamentale, non sostituibile e non rigenerabile, che deve essere utilizzato nel modo più efficiente e razionale possibile. Perciò è necessario adottare misure e comportamenti per il suo corretto utilizzo, puntando a ridurre sprechi, limitare lo sfruttamento e combattere l’inquinamento delle risorse idriche.

La nostra regione è molto soggetta a siccità e crisi idriche, che generano ingenti perdite economiche e depauperamento ambientale. Secondo uno studio dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, nel 2022 il Piemonte è stata la regione più colpita dalla siccità in Europa, situazione che periodicamente costringe a ricorrere a razionamenti dell’acqua e a divieti per utilizzi non fondamentali.

Temperature più alte della media e piogge scarse sono le cause principali, ma con un più efficiente utilizzo delle risorse idriche il problema della mancanza d’acqua può essere contrastato. I settori che più consumano acqua sono, nell’ordine, quello agricolo, quello energetico e quello urbano. Pertanto, è necessario intervenire con misure specifiche in questi tre settori chiave.

Vogliamo proporre l’adozione di misure per la riduzione degli sprechi, alla limitazione dell’utilizzo, alla sensibilizzazione e sviluppo di comportamenti virtuosi in ogni ambito.

Le nostre proposte

  • incentivi all’utilizzo di sistemi irrigui a risparmio idrico;
  • aumento di sistemi di digitalizzazione in agricoltura;
  • piano di manutenzione straordinaria e rinnovo della rete idrica;
  • realizzazione di invasi artificiali per l’accumulo di acqua piovana;
  • promozione di formazione gratuita per la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica e delle tecniche colturali nel settore agricolo;
  • investimenti negli impianti di depurazione e gestione delle acque reflue;
  • l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque (PTA), finalizzato alla riduzione del consumo idrico e allo sviluppo di una maggiore capacità di resilienza nei confronti della crisi idrica e climatica.


5. Spinta alle energie rinnovabili

Vogliamo raggiungere il 60% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, sviluppando progetti di ricerca e innovazione nel settore delle energie rinnovabili, dell’idrogeno verde, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile, in collaborazione con università e centri di ricerca.

Un terzo dell’anidride carbonica liberata nell’atmosfera è dovuta ai trasporti, in particolare quelli su strada. Nonostante gli obiettivi europei di decarbonizzazione del settore ed in generale di investimento nel sistema ferroviario, circa il 90% dell’energia consumata nei trasporti proviene da idrocarburi e solo il 2% da quella elettrica.

Bisogna promuovere e sostenere le comunità energetiche con una legge regionale, stabilendo idonei incentivi fiscali e programmi di sovvenzioni per le imprese e i cittadini che investono in energie rinnovabili.

In Piemonte la produzione di energia rinnovabile si attesta al 18,7% del consumo di energia totale, dato in aumento ma ben lontano dall’obiettivo del 42,5% fissato a livello europeo entro il 2030. Pensiamo che la nostra regione possa fare molto di più nell’utilizzo delle risorse rinnovabili nella produzione di energia rimuovendo gli attuali ostacoli burocratici all’installazione di nuovi impianti e favorendo lo sviluppo delle comunità energetiche.

Le nostre proposte

  • snellire le procedure amministrative per le autorizzazioni e offrire un sostegno attivo all’installazione di nuovi impianti;
  • incentivare la realizzazione di comunità energetiche attraverso campagne di informazione, individuazione delle aree più adatte e di sostegno pratico;
  • maggiore sostegno alla creazione di una filiera industriale nella produzione di impianti fotovoltaici, eolici, pompe di calore e di dispositivi di stoccaggio (batterie);


6. Infrastrutture per una mobilità sostenibile

L’obiettivo del 2050 impone una rivoluzione ecologica dei trasporti, per questo fin da subito occorre tracciare un percorso di transizione verso l’azzeramento delle emissioni di gas serra.

Riteniamo sia fondamentale implementare e migliorare lo spostamento sulle ferrovie per il trasporto rapido di passeggeri e merci, in modo da ridurre le emissioni climalteranti e migliorare i servizi alle persone e alle imprese.

Dobbiamo cogliere l’occasione della trasformazione dei cicli della pendolarità casa-lavoro per migliorare la connettività e l’accessibilità al e del territorio metropolitano, innestando sulla rete radiocentrica del ferro, potenziata, un reticolo di mobilità locale alle diverse scale che abbia nelle stazioni nodi di scambio modale e di servizi. Promuovere così lo spostamento con i mezzi pubblici, in bicicletta e a piedi e la qualificazione dello spazio pubblico nei contesti di urbanizzazione recente.

Le nostre proposte

  • aumentare gli investimenti sul potenziamento delle reti ferroviarie regionali, sul miglioramento delle interconnessioni ferroviarie con le aree interne e con porti e aeroporti;
  • rinnovo in senso ecologico dei mezzi per il trasporto pubblico locale, il potenziamento della mobilità urbana sostenibile, con la costruzione di ciclovie per la mobilità dolce;
  • progettare le connessioni di “ultimo miglio” introducendo soluzioni di mobilità leggera, come biciclette e monopattini elettrici, per migliorare le connessioni tra le stazioni ferroviarie e le destinazioni finali. Ogni nuova opera dovrà prevedere, tra l’altro, uno studio di impatto ambientale e una Relazione di Sostenibilità che garantiscano il rispetto degli indirizzi europei;
  • riduzione delle emissioni di CO2 generate dagli spostamenti quotidiani di persone e merci allora occorre implementare la mobilità sostenibile attraverso la creazione di un sistema di trasporto definito da tre caratteristiche principali: alimentazione elettrica, rete efficiente e integrata di mezzi di trasporto pubblico e relative infrastrutture, condivisione dei mezzi di trasporto (sharing);
  • finanziare la riduzione dei prezzi dei biglietti attraverso un abbonamento unico per tutta l’area metropolitana di Torino, e un biglietto/abbonamento a tariffa incentivante per tutta la Regione, gli obiettivi saranno favorire la mobilità sostenibile, evitare lo spopolamento di aree marginali e/o montane.
Riteniamo sia fondamentale, per un sistema di trasporti sostenibile, accelerare nella conversione al ferro, diminuendo in modo consistente quello su gomma, specie per quanto riguarda il trasporto merci. Questo produrrà benefici sulla qualità dell’aria, sulla sicurezza stradale, sulla vivibilità delle città che saranno meno congestionate e in termini economici, data la convenienza del trasporto su rotaia.

Le nostre proposte

  • servizi di trasporto pubblico efficienti e sicuri;
  • una rete estesa di piste ciclabili e pedonali, parcheggi per biciclette e una manutenzione efficiente delle stesse, incentivando all’utilizzo della bicicletta mediante premialità, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e di educazione nelle scuole;
  • pedaggi di accesso alle aree urbane – differenziati per tipo di vettura e orario – per regolamentare il traffico (e anche per finanziare nuove iniziative);
  • dare priorità a soluzioni di trasporto pubblico con grande capacità di trasporto passeggeri (metropolitana e treno), anche con la riattivazione di tutte le linee ferroviarie sospese. Lo stato dei collegamenti ferroviari in Piemonte è pessimo, con ben due delle linee ferroviarie peggiori d’Italia, secondo Legambiente (la Novara-Biella-Santhià e la Genova-Acqui-Asti);
  • conversione ecologica al ferro anche per il trasporto merci con investimenti negli hub intermodali e negli interporti per migliorare la gestione degli stessi.
Le città sono il problema, eppure anche la soluzione al cambiamento climatico sono il primo luogo in cui intervenire per tentare di ridurre l’inquinamento.